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Un discorso sull’Inferno appare a molti fin troppo cupo, come di cattivo auspicio al solo parlarne. Penso che, se facesse così paura e volessimo evitarlo, sarebbe estremamente necessario un cambiamento nel nostro modo di pensare e di agire. Come ho scritto nel testo precedente, il nostro giudizio si realizza già in terra, giorno dopo giorno, con le proprie azioni quotidiane. La situazione odierna la si può definire senza mezzi termini : drammatica. Continuare con questo basso livello, non se ne esce. Se abbiamo paura dell’Inferno, perché accettiamo di vivere come fossimo già lì? Il basso livello dei programmi televisivi, non aiutano lo Spirito che abita in noi ad elevarsi. Mi riferisco a certi sciatti varietà, giochi che insultano l’intelligenza umana, film spazzatura, infarciti di violenza, pornografia e volgarità di ogni genere. Internet, un’ occasione meravigliosa per decollare…il mondo a portata di mano con un click! La conoscenza di ogni cosa, un abbraccio planetario…invece viene usato spesso, per incontri pericolosi, i video poker, i giochi d’azzardo, la pornografia 24 h . Perché, perché , perché di nuovo il basso livello (anzi bassissimo)! Il basso livello della politica, nata come cosa nobile, al servizio del popolo, rivelatasi invece in un intreccio di malaffari, dove ognuno cura i propri interessi, con scandali giornalieri a danno del popolo ” sovrano”(solo in vista delle elezioni). Il basso livello si vede anche nell’agire umano: omicidi efferati, rapine, ruberie, traffico di droga, di armi, di esseri umani… Il vero colore del denaro è ROSSO, come il sangue di cui è intriso. In un degrado di questo genere, Satana, è ” principe di questo mondo”,come lo definì Gesù. Il paradosso è che ogni giorno si rafforza, attraverso queste azioni che gli umani gli offrono. Il significato della parola Satana è ” avversario”, in effetti è la figura che piu’ si contrappone a Dio: e pensare che era l’angelo più splendente! Lucifero ( altro appellativo di Satana ), significa: portatore di luce. Pecco’ di superbia, perché credette di essere non solo come Dio, ma più potente di Dio stesso: “Sarò come l’Altissimo” (Isaia 14,14). Da angelo di luce, divenne principe delle tenebre. Nel Vangelo, Gesù lotta continuamente contro questa forza malvagia, che gli uomini sottovalutano enormemente. Satana è il tentatore, si insinua nel nostro cuore e pone pensieri negativi, per confonderci e istigarci a compiere il male. Gesù, in tutto il Nuovo Testamento, instaura una lotta senza quartiere contro di lui e i suoi demoni per liberare l’umanità sofferente. Riportero’ ora, alcune brevi citazioni per far comprendere quanto nelle Scritture sia presente e potente questa forza del male. Gen. 3,1-5; 1Cr. 21,1; Mt. 4,1-11; Mc 1,12-13; Lc. 4,1-13; Atti 5,3; 1Cor. 7,5; 2Cor. 2,11; Ef. 6,11. Chi si arrende a Satana, diventa sua preda e veicolo per diffondere il male. Gv 8,39-47; Gv 13,2 e 27; Atti 13,10; 2Tim. 2,26; 1 Gv. 3,8.Satana s’impossessa di numerose persone, Mt 9,16 e 28; Mt 17, 14-18; Mc 1,23 e 34; 5,1,3; 9,18; Lc 8,27. Satana tormenta l’uomo con malattie fisiche, Mt. 9,32; Mt. 12,22; Lc, 13,11 e 16; 2Cor. 12,7; 1Cor. 5,5. Satana è veramente una personificazione del male, e’ il simbolo di tutte le forze e di tutte le tendenze negative che si contrappongono alla creazione di Dio. Dobbiamo credere all’Inferno e a Satana? Di sicuro non è più accettabile il rancore che a volte affiora nelle nostre menti nei confronti di Dio. Caro diario, pensavo di concludere oggi il mio discorso sull’Inferno, servira’ un altro intervento. Nel frattempo una sana meditazione e’ davvero necessaria…
CITTA’ INFERNALI
di Fausto Corsetti
“Detto questo, è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati”.
Sull’onda di alcuni scandali edilizi, del degrado politico, morale e culturale delle nostre città, della confusione urbana della metropoli moderna, risuonano bene queste parole accorte di Italo Calvino, tratte da “Le città invisibili”, un piccolo libro forse poco celebrato, ma senz’altro anticipatore dei tempi. Le città del desiderio, della memoria, dei segni, le città nascoste, le città che vorremmo vivere ogni giorno e che, per pigrizia e cecità, non riusciamo a vivere, diventano sempre più i luoghi del sogno, le città invisibili.
Bisogna riscoprirle queste nostre belle città. Perché le tentazioni della Città del Rumore ci sono sempre e prendono le forme, oggi, di una comunicazione tra la gente, rapida, al minuto, superefficiente e quindi superficiale, di una “realtà virtuale” che ci avvinghia tutti schermi e schermucci; e perché sarebbe meglio pensare di più ad una Città del Silenzio, come luogo privilegiato della parola. E’ quasi un paradosso: il silenzio come comunicazione vera. E quindi tornare a parlarsi. Con il vicino di casa, il passante per strada, con il barbone e il malato di mente.
Tornare sì ad aprire i monumenti, i musei ed i centri storici, ma tornare a riscoprire le strade della città, a starci con i suoi ritmi e i suoi colori, a frequentare i luoghi dove si beve del buon vino e dove si ascolta della buona musica, a fare teatro all’aperto, cinema all’aperto, a ripopolare le nostre strade di poeti, suonatori, scrittori, filosofi, pifferai, giocolieri, incantatori, maghi e astrologi, venditori ambulanti e poveri, matti, mendicanti, come un grande circo dove ognuno può danzare, parlare e stare in silenzio. In una babele di uomini e culture, dove ci sia posto per tutti.
Forse è una città del sogno, una città, appunto, invisibile.
Ma la Città del Silenzio è anche il luogo della dimensione utopica, del ciò che non è ancora e non sarà, come afferma lo storico Vittorio Emanuele Giuntella, in un prezioso volumetto dal titolo “La città dell’illuminismo”: “La città, che è per eccellenza il luogo della storia e il luogo della trascendenza, il segno di contraddizione e quello dell’unità, è Gerusalemme, le pietre della Gerusalemme distesa tra la valle del Cedron e quella di Ben-Hinnom, e l’altra Gerusalemme, quella dell’Apocalisse e della Mishna, che non è ancora, ma che verrà”.
Una dimensione spirituale che però non ci toglie lo sguardo dalla dura realtà urbana di ogni giorno. E’ lo stesso Calvino che ci indica una possibile strada da seguire, per bocca del viaggiatore Marco Polo che racconta ad un desolato e melanconico Gran Khan: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
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Fausto ma che scuole hai fatto? Dico, da quello che scrivi, si deduce una grande cultura in te. Ed io a questo punto, mi faccio piccola e sbalordita del fatto che tu scegli di scrivere qui, in un piccolo blog, appartenente ad una piccola donna, che non si è potuta avvalere di sommi studi e lauree di cui fregiarsi! Il tuo sogno utopico di una città del silenzio, a misura d’uomo, s’ infrange nel duro scoglio della modernità e dell’indifferenza. L’Inferno perciò vive in noi ogni giorno, e sta a noi accettarlo come un’ ineluttabile conseguenza di questo mondo materiale spesso grigio ed egoista. Difficile per me la prima opzione e la seconda, implica un tormento continuo, perché obbliga al ragionamento, non accetta compromessi e il dipanarsi tra gli stretti alveoli di un tipo di vita così, implica scelte non poco dolorose. Chi riesce invece a uscire da questo labirinto indenne e’ fuori e la sua partita l’ha vinta. Resta l’altro Inferno, quello di cui ho parlato nel post…e che tu hai evitato di parlarne, ben sapendo che superando questo inferno terreno, dall’altra sponda non può che esserci che la Gerusalemme Celeste. Ciao!!!!!
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Cara Giusy,
ti ringrazio per aver consentito alle nostre anime di riflettersi in questo coriandolo di specchio.
Amo e condivido percorsi di umanizzazione, attento soltanto al possesso della cultura dei sentimenti di quanti hanno intrapreso il mio stesso cammino.
Un abbraccio e buona serata.
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Caro Fausto, il post che sto scrivendo ora, mette a dura prova di nuovo questo percorso, mi attirero’ molte cattiverie, già ho visto su Facebook…ma io devo andare avanti, non accetto argomentazioni senza aprire la mente verso la conoscenza e il parere di chi ne sa più di me. Socrate andava nelle piazze e ascoltava attentamente i discorsi del popolo facendo lo gnorri, per crearsi un’opinione e poi diceva la sua. Io faccio lo stesso (con le debite distanze), poiché cerco di portare avanti nel mio piccolo, questo difficile percorso di umanizzazione, andando controvento e spesso tra la gente che sceglie come compagno di viaggio Barabba. Buona giornata!
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Cara Giusy,
il nostro è un cammino di umiltà e completo affidamento a Lui.
Non arrenderti. Non arrenderti mai. Noi siamo “marinai dell’anima”.
Buona giornata, con un caro simpatico abbraccio!
Fausto
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Ora ho pubblicato un altro articolo tanto impegnativo….non so quando scriverò ancora ☺
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